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Il sesto senso - Recensione

24/05/2012 | Recensioni | |
Il sesto senso - Recensione

M. Night Shyamalan si fa conoscere al grande pubblico grazie a questo film dai risvolti cupi e inquietanti. Un thriller soprannaturale, psicologico, che indaga nel profondo della mente umana, fino al finale colpo di scena che sconvolge lo spettatore.
Bruce Willis è il dottor Malcom Crowe, un tempo chiamato “figlio” della cittadinanza di Philadelphia, grazie al suo lavoro come psicologo infantile, almeno fino a quando un suo paziente spara un colpo di pistola davanti a lui, accusandolo di “non ascoltare”. Da allora la vita di Crowe cambia, si chiude in se stesso, non parla con la moglie, e attraversa un periodo buio della sua vita. La svolta della sua vita e della sua carriera arriva con il piccolo Cole (Haley Joel Osment, che è stato nominato all’Oscar per la sua interpretazione). Cole vive con da solo con la madre (Toni Collette), non sa interagire con i suoi compagni, preferisce passare il suo tempo in chiesa a giocare con i soldatini. E vede le persone morte. I fantasmi e le voci che aleggiano nella sua mente sono una sorta di campana che non lo lasciano dormire e non capisce cosa i defunti vogliano da lui. Crowe vede in Cole il riscatto: aiutare il piccolo a separare la realtà dalla fantasia, potranno aiutare lui stesso ad imparare “ad ascoltare”.
Ragioni per non perdere il film: Bruce Willis in ruolo alternativo e drammatico, alle prese con un dramma psicologico; il giovane Haley Joel Osment, che ha anche interpretato un Forrest Gump giovane, quando ancora era “nell’età dell’innocenza”, prima di finire come tanti ex bambini prodigio di Hollywood; un cameo di Misha Barton nel ruolo di una defunta che Cole vede (la Marissa Cooper di “The OC”.)
“Il sesto senso” è una storia di mistero, ma tutto si svolge con un ritmo abbastanza lento, per poi far saltare dalla sedia con le varie rivelazioni all’interno della trama, che raggiungono l’apice con il sorprendente finale. Del resto Shyamalan (vero nome Manoj Nelliyattu Shyamalan) ci aveva già abituati a questo carico di tensione: basti pensare agli alieni di “Signs”, film presentato come fantascientifico, ma in quanto fantascienza si vede ben poco; e “The Village”, film su un villaggio isolato in Nord America che non è altro che una riflessione sulla condizione degli americani post 11 settembre.

Verdiana Paolucci

 


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